Il plesso solare è una sorta di “gomitolo”, un intreccio di ramificazioni nervose situato all’interno dell’addome.
Si tratta di nervi che si irradiano dal cosiddetto ganglio celiaco, un ganglio della catena simpatica che si trova nella parte superiore dell’addome, tra la colonna vertebrale e lo stomaco.
I nervi che muovono dal plesso solare irradiano tutti gli organi contenuti nell’addome, inviando stimoli opposti a quelli del nervo vago.
Deve il suo nome, plesso solare, al fatto che, rappresentato schematicamente sui libri di anatomia, appare come un sole, come lo disegnano i bambini, con i raggi che si dipartono dal suo nucleo. E’ forse l’esercizio più difficile tra quelli del primo ciclo di base, detti anche somatici.
Si tratta, infatti, di prendere coscienza di una parte del nostro corpo con la quale non abbiamo alcuna consuetudine, è difficoltoso immaginarla, più ancora “sentirla”, come invece avviene per la mano, il braccio, ecc.
Prima di procedere all’esercizio è necessario localizzare il plesso solare. Suggerisco di appoggiare il palmo aperto della mano sull’addome, posizionano la punta del mignolo sull’ombelico: sotto al palmo (ma assai in profondità, come si è detto, tra lo stomaco e la colonna) si situa il plesso solare.
Si tratta di un esercizio di calore, di vasodilatazione dunque, e consiste, per usare le parole di Schultz, nel “realizzare una sensazione di calore diffusa nella regione dell’addome” fino a raggiungere “un effetto generalizzato di sopore e di distensione”.
La vasodilatazione in questo caso interesserà i vasi che irradiano gli organi viscerali, e provocherà sensazioni di profondo benessere.
La vasodilatazione è vissuta in modo diverso dal “flusso vitale” dell’esercizio del calore.
Secondo quanto riferiscono coloro che la sperimentano, si tratta piuttosto di sentire una pulsazione “come se un altro cuore battesse nell’addome”, “qualcosa che si scioglie” che a livello emotivo può provocare sensazioni profonde di liberazione e di benessere. In generale, la profondità del rilassamento aumenta notevolmente durante l’esercizio del plesso solare.
Con l’allenamento costante, tutti gli organi contenuti nell’addome tendono ad una normalizzazione delle funzioni.
E’ facile comprendere, pertanto, quali e quante possano essere le ricadute positive di questo esercizio, se ben realizzato.
Stomaco e intestino, infatti, sono molto frequentemente organi bersaglio delle somatizzazioni dello stress.
Spesso la gastrite o la colite sono conseguenze di eventi stressanti, reiterati nel tempo.
Basti pensare a frasi del dire comune come: “quella persona mi sta sullo stomaco”, “questo evento non lo digerisco”, “non mi va né su né giù”, che in qualche modo hanno a che vedere con il vissuto psicosomatico dell’apparato digestivo. Il discorso si può estendere, con la giusta guida del terapeuta, anche per quel che attiene gli organi riproduttivi.
Si consideri ad esempio l’importanza di rilassare l’utero in caso di dismenorrea (dolori mestruali) o durante il travaglio del parto.
A questo proposito, sempre nell’ambito di un approccio guidato in ambito psicoterapeutico, con l’esercizio del plesso solare si può introdurre e personalizzare una terapia delle difficoltà sessuali su base ansiogena, sia nella donna che nell’uomo.
Le formule consigliate sono:
plesso solare caldo
O, ancor meglio:
plesso solare irradia calore
Quest’ultima, sebbene più lunga, è preferibile perché richiama il vissuto dell’irradiazione.
Come sempre, si ripete sei volte l’ultimo esercizio, riducendo a tre volte la ripetizione dei precedenti.
E’ bene ricordare e sottolineare, infine, che data la difficoltà di questo esercizio, se ne deve protrarre l’apprendimento per un periodo più lungo rispetto ai precedenti, almeno due settimane, meglio se più a lungo. Non è il caso di scoraggiarsi se per molto tempo non se ne percepiscono i vissuti tipici. A volte ciò può avvenire in maniera apparentemente improvvisa dopo molto tempo.
Come già si è detto per gli esercizi precedenti, si procede ripetendo mentalmente la parola della formula durante l’espirazione e si rimane in “silenzio” mentale durante l’inspirazione. Va ripetuto e sottolineato che non si deve forzare il ritmo del respiro, ma adeguarsi al suo naturale fluire.
Riassumendo:
calmo/a, sereno/a, piacevolmente, rilassato/a
(oppure “calmo/a”)
mani pesanti
gambe pesanti
(oppure “pesante”)
mani calde
gambe calde
(oppure “caldo/a”)
cuore calmo e regolare
mi respira
plesso solare irradia calore
(oppure: plesso solare caldo)
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