Cambiare vita per ritrovare sé stessi e raggiungere la pace interiore: chi non lo desidera?
I percorsi per arrivarci sono tanti, e differenti per ciascuno di noi, così come diversi sono i momenti della in cui avvertiamo l’urgenza del cambiamento.
Carlo Budel ha dato un senso alla sua esistenza sulla Regina delle Dolomiti, la Marmolada: da tre anni gestisce il rifugio Capanna di Punta Penia, a 3343 metri di altezza.
Per raggiungerlo occorrono ramponi e piccozze, e la forza di affrontare passaggi sul ghiacciaio e due ferrate: non è propriamente una meta turistica per montanari della domenica!
Durante i 100 giorni della stagione, Carlo vive in condizioni estreme. Nessuna comodità, freddo, isolamento, temporali spaventosi e tanta neve da spalare, anche solo per entrare nella capanna.
Talvolta rimane solo, altre volte non ha un attimo di riposo per accogliere gli ospiti che si avventurano fin lassù. Per tutti ha un sorriso, un pasto caldo e una fetta del suo proverbiale strudel.
La storia di Carlo Budel è singolare, l’ha scritta lui stesso nel suo libro La sentinella delle Dolomiti.
Ci racconta di un ragazzo molto vivace e refrattario alle regole, diventato grande tra le montagne trentine e quelle bellunesi, a contatto con la natura che ha imparato ad amare e a rispettare fin da piccolo.
Come accade a molti, ad un certo punto della sua vita si è “sistemato”: posto fisso, stipendio sicuro, le montagne nel week end, quando era possibile.
Poi un giorno, in auto, andando al lavoro:
Sono matto, forse.
Inizia per Carlo un periodo in cui si libera da vecchi schemi e da abitudini tossiche, e scala le vette, tutte quelle che conosce: per venti mesi, tanto quando durano i suoi risparmi.
Poi realizza che per lui il lavoro deve identificarsi con ciò che ama, la montagna.
Andare in montagna mi ha curato. Più ci vai, più cresci, più impari.
Un giorno Aurelio, un amico non vedeva da tempo, gli racconta di aver da poco ha acquistato la Capanna di Punta Penìa e adesso cerca un gestore per i mesi estivi:
«Ci vado io!». Quelle parole sono uscite dalla mia bocca senza che ci avessi realmente riflettuto. E mentre le pronunciavo, mi sono illuminato, non avevo dubbi, all’improvviso avevo un obiettivo: diventare il gestore del rifugio più alto delle Dolomiti. Era il mio nuovo limite da superare, riuscire a stare da solo in un luogo freddo e ostile. Sarei stato più forte, ce l’avrei fatta.
Era il 2016, aveva 42 anni. Non ha mai rimpianto quella decisione.
Oggi Carlo gestisce la Capanna di Punta Penìa ed è diventato, suo malgrado, anche una star dei social, grazie alle sue pagine Facebook e Instagram.
Non sono i like che gli interessano, ma la sensazione di non poter tenere solo per sé il privilegio di tutta quella bellezza.
Con le sue foto vuole farla godere almeno un po’ alle tante persone che non possono arrivare fin lassù.
Carlo Budel è un esempio: ci insegna che con coraggio e perseveranza si può davvero abbandonare una strada che non fa per noi e fare della propria passione un lavoro. Come dice lui stesso, tanti dicono di volerlo
ma poi continuano ad accettare una vita piatta, senza emozioni. Cambiare è possibile.
La sentinella delle Dolomiti
Carlo Budel, La sentinella delle Dolomiti, Ediciclo, 2019.
Le montagne che vivo
Carlo Budel, Le montagne che vivo. Racconto per immagini delle uscite con Paris sulle Dolomiti e della vita sulla Marmolada, Ediciclo, 2021.