Il panico si manifesta all’improvviso e i sintomi sono drammatici: il cuore batte forte, il respiro diventa affannoso, compaiono vampate di caldo o brividi di freddo, tremori, nausea e disturbi addominali, accompagnati dalla sensazione di perdere il controllo, di impazzire, di morire.
Chi ha sperimentato almeno una volta un attacco di panico tende a vivere nell’angoscia che l’esperienza si ripeta.
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E’ un evento spaventoso, chi non lo ha mai provato stenta a comprenderlo.
Secondo la mia esperienza, il Training Autogeno (TA) è molto efficace nel trattamento degli attacchi di panico.
Il Training Autogeno può aiutare in tre modi
° A prevenire gli attacchi
° A calmarsi se insorgono
° A scoprirne le cause profonde
La prima cosa da fare è imparare il Training Autogeno
Occorre essere disponibili a dedicare un po’ di tempo al percorso di apprendimento.
Ci si allena ogni giorno – due, volte, meglio tre – svolgendo dei brevi esercizi. Il tempo necessario è davvero poco: solo alcuni minuti ogni volta. Quello che serve è la regolarità e la costanza.
In tal modo si può utilizzare il TA in maniera efficace, per liberarsi degli attacchi di panico, ma anche per migliorare la qualità della propria vita.
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La prevenzione
Già dalle prime settimane di allenamento, si realizza una sedazione emotiva che provoca sollievo, poiché diminuisce l’ansia generalizzata.
In un tempo variabile dai tre ai sei mesi si potrà prevenire la maggior parte degli attacchi di panico e utilizzare il TA per calmarsi se si manifestano.
Può sembrare un periodo lungo – soprattutto se il panico influisce pesantemente nella quotidianità – ma non bisogna scoraggiarsi.
Si lavora per impedire che si realizzi il circolo vizioso della paura che genera paura.
Dopo aver conosciuto l’attacco di panico, infatti, si tende a vivere nell’attesa del prossimo attacco, alimentando così il meccanismo della paura che cresce sempre di più.
In questo modo si creano proprio le condizioni per l’avverarsi di ciò che temiamo: il panico.
Possiamo spezzare questo circolo vizioso, innanzi tutto proprio in virtù dell’abbassamento del livello di ansia generalizzata, poiché, quando si vive in una condizione generale di tranquillità, non si creano le condizioni per l’instaurarsi dell’attacco: diminuisce la paura della paura.
A questa prima fase di sedazione emotiva, seguirà una successiva di normalizzazione neurovegetativa: miglioreranno tutte le funzioni dell’organismo.
Verranno meno quelle condizioni di disagio emotivo che costituiscono il terreno adatto all’instaurarsi dell’attacco acuto di ansia.
Calmarsi durante un attacco
E se, anche praticando il Training con regolarità, comparisse un attacco di panico?
Una cosa è certa: l’intensità delle sensazioni sarà più lieve e soprattutto ci sarà la consapevolezza di saperle affrontare.
Un importante studioso del Training Autogeno*, osservava che “quando si cade in acqua, è il momento meno indicato per imparare a nuotare”.
In altre parole, è consigliabile allenarsi con il TA in ambiente protetto – a casa propria e nei momenti di calma – e in seguito si potrà utilizzarlo nelle emergenze, per tranquillizzarsi in maniera veloce ed efficace, entrando nello stato autogeno in 2/3 secondi.
Si potrà dunque utilizzare il Training Autogeno per calmarsi in brevissimo tempo, alle prime avvisaglie.
Una volta appreso il Training Autogeno è possibile entrare in pochi secondi nello stato autogeno, smorzando così la risonanza emotiva della paura.
Non capiterà più, come in passato, di irrigidirsi aumentando la tensione, ma la risposta al panico sarà il rilassamento: come spegnere il fuoco gettandoci sopra dell’acqua!
Le cause profonde
Molto spesso il disagio psicologico, di qualsiasi natura, è un campanello di allarme che ci ricorda che qualcosa non va a livello profondo.
In questo caso viene in aiuto la psicoterapia.
Ci sono molti approcci utili nel trattamento dell’ansia e degli attacchi di panico.
La psicoterapia autogena si avvale dell’esperienza del Training per accompagnare il paziente in un viaggio all’interno di sé, alla scoperta delle dinamiche più profonde.
Gli strumenti a disposizione del terapeuta partono dal TA, per proseguire attraverso la desensibilizzazione autogena, le tecniche autogene superiori, le visualizzazioni guidate.
Si tratta di una esperienza che non si limita ad affrontare il panico e le sua cause profonde, ma permette un approfondimento della conoscenza di sé, un viaggio che non può che arricchire chi lo intraprende.
E così si può arrivare a scoprire che il panico:
“E’ un gigante dai piedi di argilla, con molti punti deboli. Si dà delle arie, ma in realtà non è capace di far del male a una mosca.”
Così lo psicoterapeuta Luciano Masi** usa dire ai suoi pazienti quando gli parlano del “mostro” che li ha portati da lui: il panico.
E prosegue con un’altra frase a effetto:
“Non c’è mai stato il caso di una persona che sia morta durante un attacco di panico. E’ impossibile!”
NOTE
* B.H. Hoffmann, Manuale di Training Autogeno, Roma, Astrolabio, 1980. *
*Luciano Masi, Storia di una poltrona. Il Lettino dell’analista racconta, Roma, Edizioni Il Calamaio, 2009.
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